Quest'anima che triste, la sua momentanea dimora (il corpo fisico nel quale, ancora, soggiorna e viaggia) qui elogia, sirammarica di doverla lasciare perché sta per compiersi il suo, si augura, breve viaggio. Freme però, anche di gioia perché si avvicina il suo riunirsi a Dio che lo ha in questo mare di sofferenza e lacrime confinato (il Mondo) perché si formi in lui, ciò per cui questo esilio gli è stato reso necessario per sorgere puro e perfetto.